Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1930, XXIX.djvu/38

36 ATTO SECONDO
Riccardo. Pria che giunga mio padre

A penetrar il genio mio... (a Violante
La Flour.   Madama.
Riccardo. Maledetto costui.
La Flour.   A voi presento
In questi vaghi fiori
Misto gentil dei più soavi odori.
Violante. Obbligata, signor. (li ricusa
Riccardo.   Non ha bisogno
D’altro odor peregrino;
De’ fiori, se ne vuol, pieno è il giardino.
La Flour. Favorisca odorarli in cortesia.
Odorati che li ha, li getti via.
Violante. (Lo farò per spicciarmi). (piano a Riccardo
Hanno un odor sì raro? (prende i fiori e li odora
La Flour. Ogn’altro odor vi riuscirà men caro.
Riccardo. Oh via, basta così.
Violante.   Dolce fragranza,
Che mi penetra il core!
La Flour.   Or, se volete,
Li potete gettar.
Violante.   Cari mi sono.
Gradisco ed amo il donatore e il dono.
Riccardo. Come!
Violante.   Oimè! qual dolcezza,
Caro monsieur la Flour, voi m’inspirate?
La Flour.   Perdonate, madama... (vuol partire
Violante. Ah no, restate.
Riccardo. Che stravaganza è questa?
Come, Violante mia?
Violante. Oh Dio! Non so che sia quel che mi sento.
Provo un novel tormento,
Provo un novello ardore,
Per quegli occhi vezzosi ardo d’amore.
Riccardo. Ah traditrice, ingrata!