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ATTO SECONDO.

SCENA PRIMA.

Camera.

Masotto e Livietta.

Livietta. Dica, signor fattor, con sua licenza:

Le vorrei dire una parola.
Masotto.   Due
Ancor ne ascolterò.
Livietta.   Scusi.
Masotto.   Fa grazia.
Livietta. Non vorrei...
Masotto.   Che serve?
Livietta. Se la sturbo, la prego perdonare.
Masotto. Voi mi fate penare. (Son curioso
Di saper cosa vuole).
Livietta. Dorina si marita.
Masotto.   E che per questo?
Livietta. Ed io fanciulla ed a servire io resto.
Masotto. Anche per voi verrà...
Livietta. Da marito ancor io sono in età.
Dorina non ha niente più di me;
Se si marita lei, io no? Perchè?
Masotto. Quando si vuol marito,
Un qualche buon partito
Che capiti s’aspetta.
Livietta. Se fossi una civetta,
Come Dorina, l’averei trovato.
Signor fattor garbato,
So tutto, e so che lei
S’è dichiarato amante di colei.
Masotto. Io? (Come l’ha saputo?)