Masotto. Di dote non m’importa;
Son degli anni ch’io servo da fattore,
Ed un fattor che ha un pò’ di cognizione,
Presto divien più ricco del padrone.
Ditemi, se vi piace,
Dorina, il mio partito;
Dite, se mi volete per marito.
Dorina. Direi... signor...
Masotto. Franco parlar bisogna.
Dorina. Ho un pochin di vergogna.
Masotto. Siamo fra voi e me; nessun ci sente.
Dorina. Basta... se la padrona...
Si contenta che io...
Masotto. Di farla contentar l’impegno è mio.
Non lo dite a nessun, s’io non lo dico;
Lasciate a me l’intrico;
E fra i due pretendenti al vostro core,
Quel che trionferà sarà il fattore.
Dorina. Ma... non vorrei...
Masotto. Conviene
Star zitti, e condur bene
La macchina presente;
Far le cose fra noi senza dir niente.
Dorina. Ma se Titta e Mingone
Mi vedono con voi, cosa diranno?
Masotto. Che parli crederanno
Per loro; e la padrona ed il padrone
Entrambi me l’han detto.
Impegnato mi crede ognun per sè;
Ma io voglio operar solo per me.
Dorina. Basta... non so che dire...
Masotto. Cara, è pur mal fatto1,
Che un boccon prelibato come il vostro,
- ↑ Edd. Guibert e Zatta: Cara, non è ben fatto.