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LE NOZZE 373
Masotto. (Ecco Dorina; or1 voglio

La mia sorte tentar).
Dorina.   Signor fattore,
Vi riverisco.
Masotto.   Addio, Dorina bella.
Dorina. Voi sbagliate, signor, non sarò2O) quella.
Masotto. Non siete voi Dorina?
L’occhio non m’ingannò.
Dorina. Son Dorina, egli è ver, ma bella no.
Masotto. Della vostra modestia
L’amabile virtù
V’accresce adesso una beltà di più.
Dorina. Voi mi mortificate.
Masotto. E voi m’innamorate.
E voi, Dorina mia...
Voi mi fareste far qualche pazzia.
Dorina. Signor, io non capisco...
Masotto.   Dite3 un poco:
È ver che in questo dì
Vi voglion maritare?
Dorina.   Signor sì.
Masotto. È ver che al giardiniere
O al servitor vi voglion dare?
Dorina.   È vero.
Masotto. Se un partito miglior vi proporrò,
L’accetterete voi?
Dorina.   E perchè no?
Masotto. Per esempio, se io,
Che alfin sono un fattore,
Mi esibissi per voi?
Dorina.   Oh, mio signore!
Masotto. Schietto convien parlar, Dorina mia.
Dorina. Io non ho dote per vossignoria.

  1. Fenzo: io.
  2. Zatta: sono.
  3. Zatta, per isbaglio: Ditemi.