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370 ATTO PRIMO
Se mai un qualche dì

Dorina m’intimasse la licenza,
Questa buona saria per non star senza.
Livietta. Il padrone vi chiama,
E voi qui cosa fate?
Titta. Ora vado, carina.
Livietta.   Animo, andate.
Titta. Perchè così stizzosa?
Livietta.   Sono in collera
Colla padrona mia,
E senz’altro da lei voglio andar via.
Titta. Perchè? Cosa v’ha fatto?
Livietta. Vuol far un’ingiustizia;
Ma non la soffrirò, no certamente:
Vuol dar sposo a Dorina, ed a me niente.
Titta. Ebben, non dubitate,
L’averete anche voi.
Ne potrete pigliare uno per una.
Livietta. Io non voglio gli avanzi di nessuna.
E poi per maritarmi
Non vuò che fra i padroni si contrasti;
E mi pare di aver merto che basti.
Titta. Ditemi, Liviettina,
Caso mai che Dorina
Si sposasse a Mingone,
Cosa potrei sperar dal vostro amore?
Livietta. Che vi mandassi al diavolo di core.
Titta. Ma perchè?
Livietta.   Torno a dirvi,
Caro il mio babbuinonota,
Ch’io non voglio servir di comodino.
Titta. Dunque, per quel ch’io sento,
Son bello e licenziato.
Livietta. Che volete da me? Siete impegnato.
nota 1

  1. Edd. Sassi, Fenzo, Guibert: babuino.