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LE NOZZE 369
D’un dipendente suo sposa Dorina.

Titta. S’inganna, se lo crede;
Quando sarò sposato,
Addio, signor padron bello e garbato.
Mingone. Ma sarà mia Dorina,
La padrona l’ha detto, e lo farà 1,
E anche il marito suo rivolterà.
Titta. Chi sa? Quando il padrone
Abbia quell’intenzione
Sopra Dorina, che dicesti tu 2,
Da te forse potria sperar di più.
Mingone. Basta che ciò non sia3.
Titta. Mi vuol bene Dorina, e sarà mia.
Mingone. Misero, già m’aspetto
Vederti svergognato
Dirmi: buon pro ti faccia;
Ed io allora potrò riderti in faccia.
  Come un agnello
  Che va al macello,
  Belando andrai
  Per la città,
  Io con la bella
  Mia rondinella
  Andrò rondando
  Di qua e di là. (parte
 

SCENA VI.

Titta e Livietta.

Titta. Io mostro aver bravura,

Ma costui, per dir ver, mi fa paura.
Non vorrei, non vorrei... Livietta è qui.

  1. Fenzo: sarà.
  2. Nell’ed. Guibert e Orgeas si legge solo: Che dicesti tu; e nell’ed. Zatta è saltato l’intero verso.
  3. Così l’ed. Fenzo. Nell’edd. Sassi di Bologna e Guibert-Orgeas di Torino leggesi: Basta che non sia. E nell’ed. Zatta: Eh, basta che non sia.