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LE NOZZE 367
Dorina.   Non so.

Mingone.   Parlate:
Il vostro cuor spiegate;
Vi piace il volto mio?
Dorina.   Eh, signor sì.
Titta. Ehi, mi volete ben?
Dorina.   Così e così.
Mingone. Ho delle terre al sole;
Ho delle bestie ancora al mio comando;
E poi per lavorar, quando bisogna,
Non la cedo a nessun.
Dorina.   Me ne consolo.
Titta. Ho casa ed ho bottega;
Servo per mio diletto,
Ma tra denari e roba
Tengo un buon capital.
Dorina.   Me ne rallegro.
Mingone. Voi decider potete,
Basta che voi volete.
Dorina.   Si vedrà.
Titta. Mi esibisco di cor.
Dorina.   Per sua bontà.
Mingone. Sentite un parola.
(Di lui non vi fidate;
Miserabile voi, se vi sposasse!
È un barone colui di prima classe). (piano a Dorina
Dorina. Davver?
Titta.   Ehi! favorisca;
Le ho da dir una cosa.
(Se foste mai la sposa di Mingone,
V’avviso, egli è una schiuma di briccone).
(piano a Dorina
Dorina. Oh capperi!
Mingone.   Che occorre
Parlarle nell’orecchio?