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IL POVERO SUPERBO | 349 |
Lisetta. Io vo’ rider, signor, quanto mi piace.
Cavaliere. T’insegnerò il trattare.
Lisetta. Mel potete insegnare,
Se siete un cavalier così compito. (ironicamente
Ma dite, come state d’appetito?
Cavaliere. Son stanco di soffrirti.
Cospetto!..
Lisetta. No, signor, non v’alterate,
E se siete affamato,
lo vi consiglio a risparmiare il fiato. (parte ridendo
Cavaliere. L’affronto è memorando,
Ed io dovrò soffrir, dovrò tacere?
No... mi vo’ vendicar da cavaliere.
Corpo di Bacco... io voglio
Andar sopra le furie.
Pazza... ragazza... a me
Sai dir cotante ingiurie?
Non son, se non mi vendico,
Non son un cavalier.
Più duro di uno scoglio
Ho il cor per vendicarmi,
Io vo’ che d’oltraggiarmi
Ti passi ogni pensier. (parte
SCENA VII.
Lisetta, poi Pancrazio.
Alla fortuna mia pensar conviene). (da sè
Fortunati quegli occhi1
Che vi posson veder!
Pancrazio. Con tanti intrichi
- ↑ Testo: quegl’occhi.