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344 ATTO TERZO
Conte. Or1 ravvisate il mio buon padre in quello.

Pancrazio. Sì, lo conosco bene;
Mi dica che gli occorre, e parli libero.
Conte. Signor Pancrazio mio,
Dorisbe vostra figlia
Adoro riverente ed amoroso,
E l’onor bramerei d’esserle sposo.
Pancrazio. Sì signor.
Conte.   Voi sapete
Lo stato di mia casa,
E sapete quant’io sia ritenuto.
Pancrazio. Oh benissimo, io l’ho riconosciuto.
Conte. L’amabile Dorisbe
È del mio amor contenta,
E solo aspetto il vostro genio udire.
Pancrazio. Ho inteso, ho inteso tutto;
Dorisbe sarà vostra.
Conte.   E quali grazie
Rendere al vostro amor potrei, signore?
Io v’offro in ricompensa un grato cuore.
  Padre, nell’alma io sento
  Nascere un tal contento,
  Che placido mi dice,
  Che alfìn sarò felice
  Col caro amato ben.
  Quel nero ciglio e il volto,
  Ov’è ogni bello accolto,
  Stringerà il cuore amante,
  Che or va saltando in sen. (parte

  1. Nel testo: ora.