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IL POVERO SUPERBO 339
A desinar con voi.

Pancrazio.   Chiedo perdono.
Sappia vossignoria
Ch’io non faccio locanda in casa mia.
Scrocca. (Oh bella!)
Lisetta.   (Oh buona affé I)
Cavaliere. Voi non diceste a me
Che venissi a pranzar? non son balordo.
Pancrazio. Io dissi?...
Cavaliere.   Sì signor.
Pancrazio.   Non mi ricordo;
E voi, signora mia? (a Madama
Madama. Sono invitata
Da Dorisbe, che seco aver mi brama.
Pancrazio. E voi? (a Scrocca
Scrocca. Col piatto servirò madama.
Pancrazio. Viva; bravi, ne godo.
Lisetta. Signor patron, vi lodo;
In villa per goder così si fa,
Usar convien la generosità.
Pancrazio. (Cara Lisetta mia,
Codesto cavalier non lo vorrei). (piano a Lisetta
Lisetta. (Lasciate fare a me). (piano a Pancrazio
Pancrazio.   (E il servo?) (piano a Lisetta
Lisetta. (Se n’andrà). (piano a Pancrazio
Pancrazio.   (Confido in te). (piano a Lisetta
Scrocca. (Che diran fra di lor serva e padrone?)
(piano al Cavaliere
Cavaliere. (Studiano per trattarmi in soggezione).
(piano a Scrocca1
Madama. Scusate se l’invito
Con ardire ho accettato. (a Pancrazio
Pancrazio. Son io che v’ho invitato?

  1. Mancano le due ultime didascalie.