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IL POVERO SUPERBO 335


SCENA XII.

Pancrazio e poi Lisetta.

Pancrazio. Che superbo curioso!

Non sputa che grandezze! Oh quanto è strana 1
La povertà superba,
Massime in chi pel vizio
Miserabil si trova2, e in precipizio.
Ei vuol... non mi sovviene.
Ei venne... Oh Ciel, perchè?
Mi par che venne per sposarsi a me.
Questa sì ch’è graziosa,
Il povero Pancrazio è fatto sposa.
Lisetta, o mia Lisetta,
Vien qua, m’ascolta.
Lisetta. Oh buone nuove assai!
Pancrazio. Ridi, Lisetta mia.
Lisetta.   Perchè?
Pancrazio.   Trovai
Un uomo che mi vuol.
Lisetta.   Rido davvero.
Chi è questo?
Pancrazio.   Il conte... no.
Lisetta.   Nè il cavaliere?
Pancrazio. Oh sì, fu quello appunto.
Ma dimmi, non sarebbe un matrimonio
Bello invero e gentile?
Lisetta. Veder non si potrebbe altro simile.
Pancrazio. Volo a dirlo a Dorisbe.
Lisetta.   Meno fretta,
Forse avrete sbagliato.
Pancrazio. No, no, non sbaglio no, son maritato.
Forse non ho un bel viso?

  1. Testo: strano.
  2. Nel testo: si ritrova.