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332 | ATTO SECONDO |
Cavaliere. E insiem di voi...
Pancrazio. Vuol saper troppo.
Cavaliere. C’intendiam fra noi1.
Lisetta. Ecco le sedie: volet’altro?
Cavaliere. Addio.
Lisetta. Che spiantato che siete, o padron mio.
Spennacchiato barbagianni
Mi parete, o padron mio,
Che facendo va così.
(s’alza ed s’abbassa, imitando il moto del barbagianni
Mi parete un civettone,
Che gli augelli abbia desio
D’ingannar sul far del dì.
Ma non son per vostri inganni
Un merlotto, pettorosso,
Vi conosco,
Vi disprezzo,
Di voi rido,
Civettaccio,
Maledetto spiantatacelo,
Io di voi non so che far.
Io vi dico in confidenza,
In presenza del padrone,
Se volete, ch’io vi mando2
Sino a farvi ben girar. (parte
SCENA XI.
Il Cavaliere e Pancrazio.
Pancrazio. E via, signore,
Non si riscaldi il sangue.
Cavaliere. Or ora è stato al mio palazzo il conte