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330 ATTO SECONDO
Madama.   E poi il mio core

Solo per voi sarà arrostito e cotto.
Voi sarete il mio ben (oh che merlotto!).
Pancrazio. Eh via, rider mi fate.
Madama.   Un altro scherno!
Pancrazio. No, madama, vi dico esser il riso
Dell’interno piacer segno ben chiaro.
Madama. Io dunque al matrimonio mi preparo.
Pancrazio. Ella è padrona.
Madama.   A me dunque la mano
Di sposo porgerete?
Pancrazio.   Oh piano, piano.
Le cose non vo’ far con tanto a fretta1,
E consigliar mi voglio con Lisetta.
Madama. Oh bella, oh bella, affé. Voi posponete
Ad una serva vile una signora
Che vi stima cotanto, e che v’adora?
Figlia d’un generale de’ cavalli,
Son ricca d’ogni ben che amor comparte;
Orsù, poche parole,
Non mi merita, no, chi non mi vuole.
  Un brutto vecchiaccio,
  Stizzoso, insolente,
  Non speri godere
  Di donna gentile
  L’amore e la fè.
  Il vero vi dico,
  Io voglio al mio lato
  Un giovin garbato,
  Che meriti amor.
  Stizzozo vecchietto,
  Vi mando e stramando,
  Non fate per me.

  1. Così il testo.