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326 | ATTO SECONDO |
SCENA V.
Dorisbe e Pancrazio.
Con tante cerimonie ei m’ha stordito,
Nè mi ricordo più cosa m’ha detto.
Dorisbe. Vi disse, che voleva
Parlarvi il cavaliero.
Pancrazio. Ho inteso è ver. Vado al gastaldo, e voglio
Che il bisogno gli dia.
Dorisbe. Ma padre, qual sarà la sorte mia?
Pancrazio. Sarà la vostra sorte... si farà...
Deh, lasciatemi star per carità. (parte
SCENA VI.
Dorisbe ed il Conte di Montebello.
Prende un pessimo aspetto,
E il cuor balzando tel predice in petto.
Oh conte, oh conte mio,
Nè ancor vi veggo... Eccolo appunto.
Conte. Oh cara,
Qual pena vi conturba
Il sereno del ciglio, e insiem del cuore?
A’ nostri voti corrisponde amore?
Dorisbe. Io lo spero, mio ben, ma il padre mio
Come indur non saprei
A stabilire i vostri preghi e i miei.
Facile a smenticarsi
Le promesse, i pensieri,
Fa che dubiti sempre, o poco speri.
Conte. E dunque, che farem?
Dorisbe. Soffriamo un poco;