Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1930, XXIX.djvu/326

324 ATTO SECONDO


SCENA IV.

Scrocca 'e detti.

Scrocca. È permesso venir?

Dorisbe.   Che vuol costui?
Pancrazio. Venite pur, cosa volete?
Scrocca.   A voi,
Lustrissimo signor, con permissione
Vorrei spiegare un mio concetto solo.
Pancrazio. Parlate, che volete?
Scrocca.   A vossustrissima
Umilmente perdono
Chiedo, padrona mia riveritissima.
Dorisbe. Vi son ben obbligata.
Scrocca.   Ah, mi condanni
Il disturbo, illustrissima padrona 1.
Dorisbe. Nulla, nulla, parlate.
Scrocca.   Io non sapevo
Che la fosse qui sola
Con il nobile suo padre illustrissimo. (a Dorisbe
Pancrazio. Ma via, cosa volete?
Abbastanza lustrato ormai m’avete.
Scrocca. Non vorrei che diceste,
Che questo è troppo ardir.
Dorisbe.   Ma via, parlate
Con libertade.
Scrocca. Oh, per amor del cielo,
La mi scusi, signore.
Pancrazio.   Oh che seccaggine!
Ma dite che volete, e le parole
Buttate fuori...
Scrocca.   Io qui sono mandato
Dal cavalier lustrissimo padrone.
Pancrazio. Che vuol da me?

  1. Nel testo è stampato per isbaglio: illustrissime padrone.