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286 ATTO


Lasciamo cantare a Lelio la canzone dell’incostanza, così gradita ai Settecento (a. III, sc. 7):

Del cor padrone io sono:
     Dove mi par lo volgo:
     A questa qui lo dono,
     A quella là lo tolgo:
     Suo danno a questa e a quella,

     Che imprigionar noi sa.
La libertade è bella:
     E un cor che sia volubile,
     È sempre in libertà.

E infine un altro scherzo di Ridolfo (a. Ili, se. 8):

Una maschera è la vita
     Da mattina sino a sera.
     Quanti il viso hanno di cera
     Che di pece avranno il cor.

Quando in maschera vi vedo,
     Donne belle, non vi credo.
     E vi son ben servitor.

Lo Speziale fu scritto dal Goldoni nella primavera del 1752 a Bologna, come si legge nell’avvertenza (p. 228), per preghiera di due cantanti, il Baglioni e il Carattoli, devoti al commediografo veneziano. Chi era il compositore e su qual teatro doveva cantarsi la nuova opera? - Una fra le più fortunate delle sedici commedie goldoniane fu appunto Lo Speziale o sia la Finta ammalata (vol. V), che inaugurò probabilmente la stagione di carnovale a Sant’Angelo, ai 26 dicembre 1750. Può darsi che molto piacesse anche al pubblico bolognese nel ’52, e che perciò i due famosi buffi suggerissero all’autore di cavarne una farsa per musica. Non sappiamo per quali cause si ritardasse tanto l’esecuzione: forse la colpa è del maestro Vincenzo Pallavicini che musicò soltanto il primo atto. Nell’edizione Zatta si legge che il dramma fu “rappresentato per la prima volta in Venezia l’anno 1753”, ma dobbiamo crederlo un errore del tipografo. Vero è che un esemplare del libretto, presso la Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna, reca il frontespizio seguente:

LO SPEZIALE | dramma giocoso per musica I Con Licenza de9 Superiori - pp. 46, in-12.

La stampa corrisponde in tutto a quella del 1755: solo mancano i nomi dei cantanti e dei ballerini, e perciò la prima scena comincia a pag. 6 invece che a pag. 8, e il dramma finisce a pag. 46 invece che a pag. 48. Lo strano poi è questo, che nella terza pagina, in luogo della dedica dell’impresario alle Nobilissime Dame, troviamo l’avvertenza A chi legge proprio con le medesime parole della stampa 1755 (solo è detto malamente che il Filosofo “lo ha scritto di Quaresima passata”), cioè con l’allusione alla malattia nervosa da cui il Goldoni fu colpito nella primavera! Si può pensare, per ipotesi, che lo Speziale si dovesse recitare nel carnevale 1754 e che fosse già pronta la stampa del libretto: si sarebbe poi aggiunta l’anno dopo, in alcuni esemplari non distrutti, l’avvertenza al lettore. Si sa come nell’ottobre del ’54 il Goldoni, del quale era corsa la voce sulle lagune che fosse morto, ritornasse a Venezia