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274 | ATTO TERZO |
SCENA V.
Mengone, poi Grilletta.
Mai più te la perdono.
Grilletta. (Povero Mengoncin, pentita sono). (da sè
Mengone. Ragazza... (Ecco Grilletta). (da sè
Grilletta. (Aggiustarla vorrei, ma con decoro).
Mengone. (Tornar in pace pagherei un tesoro).
Grilletta. (Ei mi guarda sott’occhio).
Mengone. (Volevo regalarle questo nastro;
Ma più non lo vorrà).
Grilletta. (Che cosa ha in mano?
Pare un nastro).
Mengone. Pazienza!
Maledetta fortuna! (getta il nastro per terra
Grilletta. Gettar la roba1 via
È segno di pazzia.
Mengone. Già, sono un pazzo,
Tutto il mondo lo sa.
Grilletta. Povero nastro!
Almeno valerà quattro testoni.
Mengone. Vale, per dir il ver, due ducatoni.
Grilletta. E lei lo butta via?
Mengone. Non so che farne.
Volevo regalarlo;
Se nol posso donar, vuò calpestarlo.
Grilletta. Guardate lì; peccato!
È tutto polverato.
Mengone. Un po’ di polve
Presto si manda via.
Grilletta. Veder non posso
Mandar male la roba.
- ↑ Nel testo: robba.