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240 ATTO PRIMO
Se di furto mirarmi

Solamente potete, e poi lasciarmi.
Lucindo. Eppure ad un amante
Serve ciò di ristoro.
Albina.   Ed a me serve
Di tormento maggior. Vedervi appena,
Nò potervi spiegare il mio tormento,
È un dolore, ben mio, che val per cento.
Lucindo. Rimediarci conviene.
Albina.   A me non tocca.
Lucindo. È ver, s’aspetta a me; ma voi, mia cara,
Saprete di chi v’ama
Secondare il disegno?
Albina. Lo seguirò s’egli di me fia degno.
Lucindo. Vostro padre protesta
Non voler maritarvi.
Albina.   A lui per anche
Voi non mi avete chiesta.
Lucindo.   Ebben, si tenti
Aver per questa via la vostra mano.
Ma se il pregar fia vano,
Di far quel ch’io dirò,
Albina, avrete cor?
Albina.   Ci penserò.
Lucindo. Padre crudel non merta
Che una innocente figlia
Sagrifichi per lui la vita, il cuore.
Se casto, onesto amore
A voi riscalda il petto,
Non perdete il rispetto
Rendendo il vostro cor lieto e beato.
Albina. Ah Lucindo...
Lucindo.   Che fia?
Albina.   Chi m’assicura
Che felice esser deggia a voi unita?