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238 ATTO PRIMO
Mengone.   Sì signore.

(Maledetto dottore!
Non l’intendo, nè mai l’intenderò;
Ma la pratica adesso adoprerò). (da sè
Lucindo. Si potrebbe ad Albina
Dir due parole?
Volpino.   E due dirne a Grilletta?
Mengone. Questa è un’altra ricetta.
Signori miei, voi l’intendete male;
Io non faccio il mezzan, fo lo speziale.
Lucindo. Via, via, non vi alterate.
Volpino. Fateci la ricetta, e perdonate.
Mengone. Dite... per chi servire
Deve il medicamento? (a Lucindo
Lucindo. Per uno che patisce indigestione.
Mengone. Buono! E questa pozione
Per chi voi la prendete? (a Volpino
Volpino. Per uno che non può... se m’intendete.
Mengone. Ho inteso; ciascheduno
Avrà le cose sue.
Ora presto vi servo tutti due.
  Per quel che ha mal di stomaco,
  Vi vuol del reobarbaro;
  Per quel che ha il corpo stitico,
  La manna opererà.
  Presto, portate qua. (ad un Giovane
  Di questo quantum sufficit;
  Di questa due manipoli.
  Faremo una pozione,
  Ed una confezione:
  E quel che ha mal di stomaco,
  I chiodi mangerà;
  E quel che ha il corpo stitico,
  Le viscere anderà1. (parte

  1. Così il testo.