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LO SPEZIALE 233
Mengone. Certo, le comprerò.

Cecchina. Prima pagate, e poi ve le darò.
Mengone. Come! non vi fidate?
Cecchina.   La mia mamma
M’ha detto tante volte:
Guardati, figlia mia, non ti fidare;
Non tid lasciar dagli uomini gabbare.
Mengone. Cara la mia Cecchina,
Sete pur graziosina!
Cecchina.   Mengoncino,
Non ho neanche un quattrino,
E ancora non ho fatta colazione1.
Mengone. Giacchè non v’è il padrone,
Facciamo un’insalata presto, presto.
Cecchina. Andate via, non mi toccate il cesto2.
Mengone. Se lo tocco, nol guasto.
Cecchina.   Eh, la mia mamma
Mi ha detto: Figlia mia, guardati bene.
Se l’uomo vuol toccar, non esser sciocca;
L’uomo è focoso, e brucia 3 dove tocca.
Mengone. Ma se così farete,
L’erbe non venderete.
Cecchina.   Non importa,
Le tornerò a portare a casa mia,
Ma non voglio arrischiar la mercanzia.
  Ho poco capitale,
  Ho poco d’arrischiar,
  Ma l’ha da pagar bene
  Chi lo vorrà comprar.
  Non basta che vi sia
  La buona mercanzia;
  Con gli uomini4 conviene
  Saperla trafficar.

  1. Fenzo: collazione.
  2. Allusione scherzosa. Vol. XII, 167 e 469; e XIII, 310.
  3. Fenzo: braccia.
  4. Fenzo: Cogl’uomini.