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232 | ATTO PRIMO |
E pur si venderà per prelibata 1,
Il mio caro padrone
È un di que’ speziali,
Che non bada nè a vasi, nè a ricette,
E altro studio non ha che le gazzette;
Ed io, povero gramo,
Che so leggere appena un tantinino,
Dispenso ora da questo, or da quel vaso,
Le medicine agli ammalati a caso.
Tutto il giorno pista, pista:
Oh che vita amara e trista!
Oh che vita...
SCENA II.
Cecchina con un cestello d’erbe, e detto.
Mengone. Sì, venite, Cecchina;
Graziosa contadina,
Cosa avete di bello
In quel vostro cestello?
Cecchina. I’ ci ho della gramigna,
E ci ho della cicoria 2,
E delle madreviole,
Raccolte questa mane innanzi al sole.
Mengone. L’erba per lo speziale
È il miglior capitale;
Date qui, date qui, ragazza mia.
Cecchina. Con buona grazia di vussignoria. (ripone il cestello
Mengone. Non le volete dare?
Cecchina. Le volete comprare?