Non voglio star più qui.
Luciano. Però non sento
Del ventre ancor timpanica la pelle.
Rosina. Siete pien di malanni e di schinelle.
Luciano. È ver, ma guarirò.
Rosina. Se foste sano,
In verità, signore,
Voi potreste dispor de’ fatti miei.
Luciano. Se mi voleste ben, risanerei1.
Rosina. Ma io non son sì pazza
Un cadavere amar; vorrei vedervi
Lesto, svelto, robusto,
Allegro, e di buon gusto, e allora poi
Tutto questo mio cor saria per voi.
Luciano. Animo, vada via
Questa malinconia.
Parmi d’esser cangiato.
M’hanno que’ begli occhietti risanato.
Vuò star allegramente.
Non vuò pensar a niente,
Mi sento giubilar...
Oimè, la testa mia!
La camera va via,
E parmi di mancar...
No, no, non sarà niente,
Vuò star allegramente,
E non ci vuò pensar.
Oimè! che gran dolore!
Il povero mio core...
No, no, non sarà niente,
Mi sento giubilar. (parte
- ↑ Fenzo: risanerei.