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198 ATTO TERZO
Ma ho massime civili, e buona dote;

Son di Nardo nipote;
Maritarmi vorrei con civiltà.
Da voi, che siete un cavalier compito,
Secondo il genio mio spero un marito.
Rinaldo. Ritrovar si potrà.
Lena.   Ma fate presto;
Se troppo in casa resto
Col zio, che poco pensa alla nipote,
Perdo e consumo invan la miglior dote.
  Ogn’anno passa un anno,
  L’età non torna più;
  Passar la gioventù
  Io non vorrei così.
  Ci penso notte e dì.
  Vorrei un giovinetto,
  Civile e graziosetto,
  Che non dicesse un no,
  Quand’io gli chiedo un sì.
(entra nella casa suddetta

SCENA IV.

Rinaldo solo.

Di Nardo nell’albergo,

Che fu già mio rival, ci porta il fato,
Ma Nardo ho ritrovato
Meco condiscendente, e non pavento;
Ed ho cuor d’incontrare ogni cimento.
  Guerrier che valoroso
  Nell’assalir si veda,
  Quand’ha in poter la preda,
  Perderla non saprà.