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184 ATTO SECONDO
Nardo. E i pari miei non sanno

Per puntiglio 1 sposare il lor malanno.
Se la figlia vi vuol, vi prenda pure.
Se mi burla e mi sprezza, io non ci penso:
So anch’io con la ragion vincere il senso.
Vi ringrazio d’avermi
Avvisato per tempo;
Ve la cedo, signor, per parte mia,
Che già di donne non v’è carestia.
Rinaldo. Ragionevole siete
Giustamente dal popolo stimato;
Filosofo chiamato con ragione,
Superando sì presto la passione.
Voi l’avete ceduta. A don Tritemio
La cosa narrerò tutta com’è,
E se contrasta, avrà da far con me. (parte

SCENA XIII.

Nardo, poi Lesbina.

Nardo. Pazzo sarei davvero,

Se a costo di una lite,
Se a costo di temere anche la morte,
Procurar mi volessi una consorte.
Amo la vita assai;
Fuggo, se posso, i guai;
Bramo sempre la pace in casa mia,
E non intendo altra filosofia.
Lesbina. Sposo, ben obbligata;
M’avete regalata.
Anch’io, quando potrò,
Qualche cosetta vi regalerò.
Nardo. No, no, figliuola cara,
Dispensatevi pur da tal finezza.

  1. Fenzo: pontiglio.