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178 | ATTO SECONDO |
Bersaglio del destin barbaro e rio.
Tritemio. La colpa non è mia.
Eugenia. (Tacer non posso).
Udite: ah, svelar deggio
L’arcano, onde ingannato...
SCENA VII.
Lesbina e detti.
Eugenia. (Ci mancava costei!) (a don Tritemio
Tritemio. Chi è che mi vuole? (a Lesbina
Lesbina. Un famiglio di Nardo.
Tritemio. Sente, signor? Del genero un famiglio
Favellarmi desia;
Onde vossignoria,
S’altra cosa non ha da comandare,
Per cortesia, se ne potrebbe andare.
Rinaldo. Sì, sì, me n’anderò, ma giuro ai Numi...
Vendicarmi saprò.
Eugenia. (Destin crudele1!)
Rinaldo, questo cor...
Rinaldo. Taci, infedele.
Perfida figlia ingrata,
Padre spietato indegno,
Non so frenar lo sdegno,
L’alma si scuote irata.
Empio, crudele, audace,
Pace per me non v’è. (or all’una, or all’altro
E tu che alimentasti (a Lesbina
Sin ora il foco mio
- ↑ Zatta: (Ah destino crudele!).