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ATTO SECONDO.
SCENA PRIMA.
Camera di Don Tritemio.
Eugenia e Lesbina.
Tenete questo anello;
Ponetevelo in dito.
Fate che il genitore ve lo veda;
Lasciate che la sposa egli vi creda.
Eugenia. Tu m’imbrogli, Lesbina, e non vorrei...
Lesbina. Se de’ consigli miei
Vi volete servir, per voi qui sono.
Quando no, vel protesto, io v’abbandono.
Eugenia. Deh, non mi abbandonare; ordina, imponi;
Senza cercar ragioni,
Lo farò ciecamente;
Ti sarò, non temer, tutta obbediente.
Lesbina. Quest’anello tenete.
Quel che seguì, sapete;
E quel che seguirà,
Regola in avvenir ci porgerà.
Eugenia. Ecco mio padre.
Lesbina. Presto;
Ponetevelo al dito.)
Eugenia. Una sposa son io senza marito. (si mette l’anello
SCENA II.
Don Tritemio e dette.
Corro, ti cerco e chiamo;
Mi fuggi, e non rispondi?
Quando vengo da te, perchè ti ascondi?