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IL FILOSOFO DI CAMPAGNA |
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Tritemio. Messer Nardo dabbene,
Compatite se troppo trattenuto
M’ha un domestico impaccio;
Vi saluto di core.
Nardo. Ed io vi abbraccio.
Tritemio. Or verrà la figliuola.
Nardo. È già venuta.
Tritemio. La vedeste?
Nardo. Gnor sì, l’ho già veduta.
Tritemio. Che vi par?
Nardo. Mi par bella.
Tritemio. È un po’ ritrosa.
Nardo. La fanciulla va ben sia vergognosa.
Tritemio. Disse niente? Parlò?
Nardo. Mi disse tanto,
Che sperare mi fa d’esser amato.
Tritemio. È vero?
Nardo. È ver.
Tritemio. (Oh il Ciel sia ringraziato). (da sè
Ma perchè se n’andò?
Nardo. Perchè bel bello
Amor col suo martello
Il cor le inteneriva,
E ne aveva rossore.
Tritemio. Evviva, evviva 1.
Eugenia, dove sei? Facciamo presto;
Concludiamo l’affar.
Nardo. Per me son lesto.
Tritemio. Chi è quella?
Nardo. È mia nipote.
- ↑ Nelle edd. Fenzo: e viva, e viva.