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164 ATTO PRIMO
Quello che vostro sposo è destinato.

Lesbina. Con licenza, signor, m’hanno chiamato.
Nardo. Dove andate?
Lesbina.   Non so.
Nardo. Eh restate, carina.
Lesbina.   Signor no.
Nardo. Vi spiace il volto mio?
Lesbina.   Anzi... mi piace...
Ma...
Nardo.   Che ma?
Lesbina.   Non so dir... che cosa sia.
Con licenza, signor; voglio andar via.
Nardo. Fermatevi un momento.
(Si vede dal rossor ch’è figlia buona). (da sè
Lesbina. (Servo me stessa, e servo la padrona). (da sè
  Compatite, signor, s’io non so.
  Son così, non so far all’amor.
  Una cosa mi sento nel cor,
  Che col labbro spiegar non si può.
  Miratemi qua,
  Saprete cos’è.
  Voltatevi in là,
  Lontano da me.
  Voglio partire, mi sento languire.
  Ah! col tempo spiegarmi saprò. (parte

SCENA XI.

Nardo, poi Don Tritemio.

Nardo. Si vede chiaramente

Che la natura in lei parla innocente.
Finger anche potrebbe, è ver, purtroppo;
Ma è un cattivo animale
Quel che senza ragion sospetta male.