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162 | ATTO PRIMO |
Eugenia. Che dici?
Lesbina. È giunto
Adesso, in questo punto,
Forte, lesto e gagliardo,
Il bellissimo Nardo; e il padre vostro
Ha detto, ha comandato,
Che gli dobbiate far buona accoglienza,
Se non per genio, almen per obbedienza.
Eugenia. Misera, che (arò?
Rinaldo. Coraggio avrete
Di tradir chi v’adora?
Eugenia. È ver, son figlia,
Ma sono amante ancor. Chi mi consiglia?
Lesbina. Ambi pietà mi fate;
A me condur lasciate la faccenda.
Ritiratevi presto.
Eugenia. Vado. (in atto di partire
Rinaldo. Anch’io. (in atto di seguitarla
Lesbina. Con grazia, padron mio;
Ritiratevi, sì, questo mi preme;
Ma non andate a ritirarvi insieme.
Voi di qua; voi di là: così va bene.
Eugenia. Soffrite, idolo mio. (si ritira in una stanza
Rinaldo. Soffrir conviene 1.
(si ritira in un’altra stanza
SCENA X.
Lesbina, poi Nardo.
Prestamente al partito.
- ↑ Nella ristampa del Filosofo di campagna che si fece nel 1756, per la nuova recita nel teatro di S. Samuele, seguono qui due arie, l’una di Eugenia, l’altra di Rinaldo, che si possono leggere nell’Appendice.