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IL FILOSOFO DI CAMPAGNA |
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Hanno pochi quattrini e troppe voglie,
E non usano molto amar le moglie.
Per pratica comune,
Nelle dttadi usata,
È maggiore l’uscita dell’entrata.
Lena. Il signor don Tritemio
È cittadino, eppure
Così non usa.
Nardo. E vero,
Ma in villa se ne sta,
Perchè nella città vede il pericolo
D’esser vizioso, o diventar ridicolo.
Lena. Della figliuola sua
V’ha proposte le nozze, io ben lo so.
Nardo. Ed io la sposerò,
Perchè la dote e il padre suo mi piace,
Con patto che non sia
Gonfia di vento, e piena d’albagia.
Lena. L’avete ancor veduta?
Nardo. Ieri solo è venuta.
Oggi la vederò.
Lena. Dunque chi sa
S’ella vi piacerà?
Nardo. Basta non abbia
Visibili magagne;
Sono le donne poi tutte compagne.
Lena. Ammogliatevi presto, signor zio;
Ma voglio poscia maritarmi anch’io.
Di questa poverella
Abbiate carità,
Io son un’orfanella,
Che madre più non ha.
Voi siete il babbo mio.
Vedete, caro zio,
Ch’io cresco nell’età.