|
IL FILOSOFO DI CAMPAGNA |
153 |
Questa canzone ha un poco d’allegria.
Tu sei, Lesbina bella,
Cicorietta novella;
Prima che ad invecchiar ti veda il fato,
Esser colta dovresti in mezzo al prato.
Lesbina. Per me v’è tempo ancora.
Dovreste alla signora
Pensar, caro padrone.
Or ch’è buona stagione,
Or ch’è un frutto maturo e saporito,
Non la fate invecchiar senza marito.
Tritemio. A lei ho già pensato;
Sposo le ho destinato, e avrallo presto1.
Lesbina. Posso saper chi sia?
Tritemio. Nardo è cotesto.
Lesbina. Di quella tenerina
Erbetta cittadina
La bocca d’un villan non mi par degna.
Tritemio. Eh, la prudenza insegna,
Che ogn’erba si contenti
D’aver qualche governo,
Purchè esposta non resti al crudo verno.
Lesbina. Io mi contenterei,
Pria di vederla così mal troncata,
Per la neve lasciar la mia insalata.
Tritemio. Tu sei un bocconcino
Per il tuo padroncino.
Lesbina. Oh oh, sentite
Un’altra canzonetta, ch’ho imparata
Sul proposito mio dell’insalata.
Non raccoglie - le mie foglie
Vecchia mano di pastor.
Voglio un bello - pastorello,
O vuò star nel prato ancor. (parte
- ↑ Guibart a Zatta: Sposo le ho destinato; avrallo presto.