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Personaggio felice, gustosa caricatura, sebbene volgaruccia, è don Pacchione, un altro di quegli ameni mangiatori che discendono più o meno dai parassiti della commedia latina: posteriore all’Ottavio della Castalda (vol. VII), precede don Ciccio, nella Villeggiatura (vol. XIII e Nota storica della Vendemmia, vol. XXVI, pag. 535). Lui solo rivive in questa farsetta. Artimisia vuol essere un’altra tiranna dei cuori, e fa cadere l’ingenuo Celindo, e comanda perfino all’appetito formidabile di don Pacchione, ma è una pallida ombra di Mirandolina. Le piccole rivalità d’amore tra zia e nipote (Artimisia ed Erminia), non certo nuove nel teatro goldoniano (v. Doralba e Rosmira nella Scuola moderna, vol. XXVII e, meglio. Vittoria e Aurelia nella Mascherata, vol. XXVIII), mi fanno ricordare, non so perchè, l’episodio giovanile con la signorina Mar.... che fece decidere il Goldoni ad abbandonare Venezia sulla fine del 1732.
Lo Spinelli ed il Wiel ignorano l’autore della musica. Il Musatti l’attribuisce a Giuseppe Scarlatti (v. vol. XXVIII, 566-567) e ad “altri”, ma non cita la fonte della notizia (I drammi musicali di C. G., Venezia, 1902, p. 28). Dal Musatti attinge quasi certamente lo Schatz (v. Sonneck, Catalogue ecc., Washington, 1914, I, p. 352) e dal Sonneck toglie il Bustico (Drammi cantate ecc. di C. G., dalla Rivista delle Biblioteche, 1925, p. 37). Al Galuppi l’attribuì il Paglicci Brozzi, ma giustamente parve questo “un mero equivoco” al Piovano (B. Galuppi, in Riv. Mus. It., 1908, p. 253).
Quanto agli interpreti, soltanto Agata Ricci conosciamo da tempo (vol. XXVIII, p. 569: aggiungo che nell’autunno del 1752 cantò coi compagni del S. Samuele nel Regio Ducal Teatro di Milano, ripetendo l’opera del Latilla, Il Mondo alla moda, ossia Gli Impostori). Maddalena Caselli, detta l’Inglesina, Anna Potenza e Lavinia Albergoni cantarono a Venezia solamente nella stagione 1752-53, al S. Cassiano: nel Pazzo glorioso (del Cocchi, in autunno), nel De gustibus ecc. e nella Maestra (pure del Cocchi, carn.). Teresa Venturelli, detta la Carbonarina, cantò a Venezia anche nella stagione 1757-58 al S. Benedetto, nell’opera seria, e così pure nell’Ascensione del ’60; e a Padova, nel Teatro Nuovo, durante la fiera del Santo, nel 1756 (Brunelli, I Teatri di Padova, Padova, 1921, p. 159). Gasparo Barozzi, oltre che nella presente stagione, lo ritroviamo a Venezia dieci anni dopo (1763-64), di nuovo al S. Cassiano. Anche Michelangelo Potenza cantava per la pnma volta nei teatri veneziani: lo rivedremo poi solo, senza la compagnia di Giovanna, nella stagione 1757-58 al S. Samuele. Altri cantanti udì Venezia tra il 1750 e il 1773, di nome Potenza: Pasquale, Natale e Anna (Wiel, I Teatri Musicali Venez. ecc., Ven., 1897).
Invano il Goldoni si augurò che si ripetesse il trionfo del Mondo della Luna. L’opera fu replicata, pare, soltanto a Milano nell’autunno del 1754 e forse a Brescia nel 1767 (con musica del m. Voltolini: questa notizia ebbe il Musatti dal Pavan; ma non potei rintracciare il libretto). Il presente dramma non fu ristampato nella raccolta del Savioli, nè in quella di Guibert e Orgeas, bensì solamente nell’ed. Zatta (t. 38, cioè t. 4 serie IV, Venezia, 1794, pp. 67-126), dove giustamente si ricorda che fu “Rappresentato in Venezia il carnovale dell’anno MDCCLIV”.