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130 ATTO TERZO
  La mente s’oscura.

  Si cangia in deliri
  L’ardor de’ sospiri
  D’un misero cor. (parte

SCENA V.

Don Pacchione, poi Ramerino.

Pacchione. Ehi, ehi, Ramerino, (ceno la scena

Venite qui; spicciamoci una volta.
Son pronto a soddisfar le vostre brame;
Giochiam pure; ma presto, perchè ho fame.
Ramerino. Portate il tavoliere,
E carte e segni e più d’un candeliere.
A qual gioco giochiamo?
Pacchione.   A un gioco presto.
Ramerino. Giocheremo a picchetto.
Un filippo per un, per me direi,
Chi prima arriva alle partite sei.
Pacchione. Starem qui tutta notte?
No, facciamla finita.
D’un filippo si giochi una partita.
Ramerino. Una partita sola?
Pacchione.   Una partita, e presta.

SCENA VI.

Rosalba e detti, ed i Servi che portano il tavolino con quel che
occorre per il gioco.

Rosalba. Non venite, signor? La cena è lesta.

Pacchione. Vengo, sì...
Ramerino.   Dove andate?
Non dovete mangiar, se non giocate.
Artimisia lo disse.
Pacchione.   È vero, il so.