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DE GUSTIBUS NON EST DISPUTANDUM 119
  Se non son pazzo, lo diverrò.

  Bella tiranna, (ad Artimisia
  Perchè crudele
  Con chi fedele
  V’ama di cor?
  Non mi toccate, (al Medico e al Cerusico
  Non v’accostate,
  Non provocate
  Il mio furor.
  Voi alla bella (a don Ramerino e a Rosalba
  Mia vedovella
  Per me chiedete
  Pietade e amor.
  Non v’accostate, non mi toccate,
  Che se son pazzo, v’accopperò. (parte

Artemisia.
Ramerino.
Rosalba.
a tre

V’è nessun ch’abbia il segreto
Di guarire un pazzerello,
Che ha perduto il suo cervello?
Tutti dicon signor no. (partono tutti

SCENA XIII.

Luogo delizioso.

Celindo e Don Pacchione.

Pacchione. Dica, signor Celindo, mio padrone,

Sovra il cuor d’Artimisia ha pretensione?
Celindo. Può essere di sì.
Pacchione. Quando dunque è così,
Vossignoria sarà
Uno di quei che vogliono onorarmi.
Celindo. Onorarvi? in qual modo?
Pacchione.   Avvelenarmi.
Celindo. Amico, quest’è un sogno.
Pacchione.   Se Artimisia