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DE GUSTIBUS NON EST DISPUTANDUM 117
Cavaliere. Ah, ah, brava davvero!

Voi cangiaste pensiero, in grazia mia.
Voi scherzate con me per allegria.
Artimisia. Olà, mi maraviglio;
Portatemi rispetto.
Cavaliere. Oh cara, oh cara!
Artimisia.   Oh pazzo maladetto!
Cavaliere. A me pazzo?
Artimisia.   Sì, a voi,
Che non mi conoscete,
E far meco il grazioso pretendete.
Cavaliere. (Oimè, fossi davvero
Per disgrazia impazzito 1) (da sè
Artimisia.   (A poco, a poco,
Se lo crede egli stesso). (da sè
Cavaliere.   Oh dei! I Non siete
Artimisia, il mio ben?
Artimisia.   No, ve I’ho detto.
Cavaliere. (Impazzito sarò per troppo affletto). (da sè
Artimisia. Chi è cotesta Artimisia?
Cavaliere.   È una tiranna
Che mi vuol tormentare, è una vezzosa
Amabil vedovella.
Artimisia, il mio ben... voi siete quella.
Artimisia. Alla larga, vi dico.
Cavaliere.   Eh, giuro al Cielo!
Vi conosco, lo so, pazzo non sono.
Pietà vi chiedo in dono;
Voi fate del mio cor scherno e strapazzo;
Vi conosco, Artimisia, io non son pazzo.
Artimisia. Aiuto! Chi è di là?