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DE GUSTIBUS NON EST DISPUTANDUM 111
Artimisia. Ah Celindo, v’intendo.

Celindo.   A voi s’aspetta...
Artimisia. Non più: la vostra mano.
Celindo. La mia mano? Perchè?
Artimisia. Non state a replicar. La mano a me.
Celindo. Oh cieli! eccola.
Artimisia.   Accetto
Di questa mano il dono.
E perchè giusta io sono,
E perchè1 nell’amor tradir non soglio,
Portatela ad Erminia, io non la voglio.
Celindo. Come?
Artimisia.   Tant’è.
Celindo.   Se voi...
Artimisia. Ognun badi, Celindo, a’ fatti suoi.
Celindo. Se per me voi penate...
Artimisia. Capperi, vi gonfiate
Nel sentir che una donna
Peni e smani per voi?
Celindo. No, mi tormenta,
Che vi cruci per me d’amore il foco.
Artimisia. Lo potrei anche dir così per gioco.
Celindo. Ah sì, di me senz’altro
Gioco vi prenderete.
Con chi merto non ha, far lo potete.
Artimisia. (Ecco qui mia nipote). (da sè

SCENA VI.

Erminia e detti.

Erminia.   (Oh cieli! Uniti

Anche qui li ritrovo?) (da sè

  1. Così corregge Zatta. Nell’ed. Fenzo: Ma perchè. Forse è da leggere: Ma perchè giusta io sono, - E perchè ecc.