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108 | ATTO SECONDO |
SCENA IV.
Artimisia e Rosalba.
Più non potevo trattener le risa.
Il pover galantuomo
Soffre per cagion vostra un bel tormento.
Artimisia. Questo è l’unico mio divertimento.
Rosalba. Ma coll’andar del tempo,
Se non cangiate in suo favor pensiero,
Fra il digiuno e il timor morrà da vero.
Artimisia. Infino a questa sera
Bastami di goder la bella scena;
Procurerò disingannarlo a cena.
Rosalba. Ah non vorrei, signora,
Si dicesse perciò quel che sì spesso
Gli uomini soglion dir del nostro sesso.
Spiacemi quando sento
Dir: le donne son furbe e menzognere.
Le vorrei, qual io son, tutte sincere.
In questo mio cuore
Inganno non v’è.
Sincero è l’amore,
Sincera è la fè.
Tradire non so,
Schernire non vuò.
Cogli altri fo quello
Che bramo per me. (parte
SCENA V.
Artimisia, poi Celindo.
Queste cosuccie fredde,