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DE GUSTIBUS NON EST DISPUTANDUM 107
Morirò avvelenato, ovver digiuno.

Voglio di qua partir.
Artimisia.   Tutte le porte
Chiuse voi troverete;
Senza licenza mia non partirete.
Pacchione. Deh, Rosalba gentile,
Parlate in mio favore.
Rosalba.   Io non m’imbroglio.
Pacchione. Deh, lasciate ch’io parta.
Artimisia.   No, non voglio.
Pacchione. Maledetto il momento
Ch’io son venuto qui! Muoio di fame,
Non posso satollarmi,
E poi vogliono ancora avvelenanti?
Se morto mi volete,
Pacchione creperà;
Ma ammazzatelo presto, in carità.
Donne crudeli e perfide,
  Donne spietate e barbare,
  Toglietemi d’impaccio,
  Deh fatemi crepar.
  Con una spada ziff,
  Con un coltello zaff.
  O con un laccio ih!
  O con un maglio ah!
  Ma nel mio seno
  Non vuò veleno;
  Ma l’astinenza,
  Ma l’appetenza
  Mi fa tremar.
  Crudeli e perfide,
  Spietate e barbare,
  Di mal di stomaco
  Non vuò crepar. (parte