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DE GUSTIBUS NON EST DISPUTANDUM | 105 |
SCENA II.
Don Pacchione, poi Rosalba.
Non dice mal. La vedova gentile
Mi vuol digiuno con le grazie sue,
Ed ella a desinar mangiò per due.
Se cibo degli amanti è la speranza,
O Artimisia vezzosa amor non sente,
O dall’amante suo non spera niente.
Rosalba. Don Pacchione, che fate?
A bere non andate,
Come gli altri, il caffè?
Pacchione. Sì, andiamo tosto.
Rosalba. Andiamo... No, fermate.
Ecco il paggio; osservate.
Ve lo manda Artimisia in questo loco.
Pacchione. Me lo manda Artimisia? Ah, non è poco.
Rosalba. Eccolo; don Pacchione,
Volete ch’io vi serva?
Pacchione. Simili grazie non ricuso mai.
Rosalba. Poco zucchero, è vero?
Pacchione. Assai, assai.
Rosalba. Basta?
Pacchione. Un altro pochino.
Rosalba. Così?
Pacchione. Così va bene.
Rosalba. Siete un ghiotto perfetto.
Pacchione. Lo zucchero per me fa bene al petto.
Rosalba. Questo dolce sciroppo1 or via pigliate.
Pacchione. Lo beverò con gusto.
- ↑ Fenzo: stroppo.