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LUGREZIA ROMANA | 91 |
Affé, che l’ho trovato! (apre, e trova Collatino
Ahimè! M’ho quasi mezzo spiritato.
Che diavolo (ai qui?
Collatino. (Finger conviene).
Al licet, o signor, io era andato,
E mi son colà dentro addormentato.
Presto, vanne ancor tu: la dilazione
Ti potrebbe causar qualche gran doglia.
Albumazar. M’hai fatto pel timor scappar la voglia.
Odi: al tempio anderai,
E colà il tuo destin tu saperai.
Collatino. (Ahi, preveggo il mio danno.
La beltà della moglie è un gran malanno).
Che crude fiere doglie
Lasciar la cara moglie
In man di genti ingrate.
Mariti, se ’l provate,
Ditelo voi per me.
Di questo fier dolore
Non v’è duolo maggiore,
Pena maggior non v’è. (parte
SCENA V.
Albumazar, poi Mirmicaina e Ruscamar.
Questa volta Lugrezia non mi scappa.
Ruscamar. Ehi segnur.
Mirmicaina. Mio patron.
Ruscamar. Custìa.
Mirmicaina. Costù.
Ruscamar. No voler1 esser mia.
Mirmicaina. Me vuol per lu.
- ↑ Nell’ed. Valvasense è spesso stampato: voller. Zatta: vuoler.