Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1929, XXVII.djvu/97


LUGREZIA ROMANA 89
Albumazar. Mia diletta Lugrezia,

Ormai per il tuo bello
Questo core divenne un Mongibello.
Dammi la destra in pegno,
Ed io ti dono con la destra il regno.
Lugrezia. E il consorte?
Albumazar. Lo dissi1: o parta, o eunuco.
Lugrezia. Dimmi, fra questi due consigli estremi,
Un consiglio miglior non puoi trovare?
Albumazar. Sì, vita mia.
Lugrezia.   Qual è?
Albumazar.   Farlo impalare.
Lugrezia. Una zìzola2 e mezza!
Misera, che farò?
Collatino.   (Eh, ehm, Lugrezia;
Mi raccomando a te).
Lugrezia.   (Non paventare;
Un pretesto badial3 convien trovare).
Albumazar. Risolvesti?
Lugrezia.   Dirò: nacqui romana,
E non sanno i Romani
Senza il consiglio degli Dei risolvere.
Lascia ch’io vada nel romano idioma
I Numi a consigliar.
Albumazar.   Ma dove?
Lugrezia.   In Roma.
Albumazar. Per fuggir, neh4, caretta! Oh che gran birba!
(Vuò deluder anch’io l’arte con l’arte).
Credi tu che in Bisanzio
Non vi siano deità?
Lugrezia.   Ciò non m’è noto.
Albumazar. Ancor noi veneriam Veneri e Giovi,

  1. Zatta: (Lug. Ed il consorte? Alb. Il dissi ecc.".
  2. Giuggiola.
  3. Badial dicesi anche nel dialetto veneziano, e significa stupendo, squisito: v. Patriarchi e Boerio. Qui grosso pretesto.
  4. Nell’edd. Tevernin, Guibert, Zatta ecc.: per fuggirne.