Tu sarai l’amor mio.
Lugrezia. Tu il mio tesoro.
Albumazar. Cara.
Lugrezia. Caro.
Collatino. (Che indegni!)
Albumazar. (a due Io per te moro.
Lugrezia.
Albumazar. Dammi un amplesso almeno.
Lugrezia. Oh quest’è troppo.
Albumazar. La mia sposa non sei?
Lugrezia. Sì, ma...
Albumazar. Che ma?
Lugrezia. Offender non vorrei la mia onestà.
Collatino. (Forse si pente!)
Albumazar. Come!
Offender l’onestà con suo marito?
Lugrezia. È vero, m’ingannai;
Dunque, s’io ne son degna,
Prendi un amplesso mio.
Collatino. Fermati, indegna.
Lugrezia. (Che mirate, occhi miei?)
Albumazar. Chi sei, che ardito
S’oppone al piacer mio?
Collatino. Collatino son io,
Di Lugrezia marito.
Albumazar. Va al diavolo. Mia cara,
La scena seguitiam.
Lugrezia. Or più non sono
Libera qual credea; vivo un marito,
Non vuò prenderne un altro;
Son Lugrezia Romana,
Figlia del Culiseo, femmina onesta.
Albumazar. Olà: tagliate a Collatin la testa.
Collatino. Ohimè, Lugrezia, ohimè!
Lugrezia. Fermate un poco.