Mirmicaina. Un strologo dasseno me l’ha dito,
Che doveva trovar una fortuna
In dove che se venera la luna.
Albumazar. Orsù, passiamo al soglio.
Mirmicaina. Cossa mo xe sto soglio?
Albumazar. Egli è il mio trono.
Mirmicaina. Ah! ah! l’intendo adesso:
Soglio e trono in Turchia vol dir l’istesso.
Albumazar. Sì, mia cara; non più, dammi la destra.
Mirmicaina. La destra?
Albumazar. Sì, la mano.
Mirmicaina. Ah, la vol1 la man destra.
Albumazar. Appunto quella.
Mirmicaina. La diga, caro sior, mo quala xela?
Albumazar. L’una e l’altra di loro
Serve in segno d’amore,
Basta però che tu mi doni il core.
Mirmicaina. E1 cuor mi gh’ò paura
De non averlo più.
Albumazar. Per qual cagione?
Mirmicaina. Son passò diti pestrin2,
Ho visto un caidalatte3, e dalla voggia
Gh’ò lassa suso el cuor.
Albumazar. Non dubitare,
Avrai al tuo comando
Tutte le vacche mie.
Mirmicaina. So siora mare
Se n’averà per mal.
Albumazar. Io di mia madre
Già non ne penso un’acca;
Anch’io, per compiacerti,
Non sdegnerei di trasmutarmi in vacca.
Mirmicaina. Za che la gh’ha per mi tanta bontà,
- ↑ Zatta: vuol.
- ↑ Luogo dove si vende il latte e dove si fa il burro: Boerio.
- ↑ Cao de latte significa il capo o fior di latte, o anche la panna: Patriarchi a Boario.