M’intendesti? Raffrena il pazzo orgoglio;
Io son Albumazar, e così voglio.
Maimut. Dir almanco ragiuna
Perchè bolir che nu parlar taliana.
Albumazar. Udite: io destinai
All’onor del mio trono
Una donna italiana, onde vogl io,
Che per darle piacer, nel suo linguaggio
Ciascun le porga riverenza e omaggio.
Maimut. Alachalabalà... no, no, perduna,
Mi aver lingua fallata. E chi star questa
Che ti voler sultana?
Albumazar. È Mirmicàina.
Maimut. (Uhzchaimakan). Che dir? Voler ti schiava
Crear nostra patruna? E che bolir
Che dir Costantinupola?
Albumazar. Non voglio
Delli sudditi miei rendermi schiavo.
Taci, così ho risolto, anzi m’ascolta:
Voglio che tutti i Turchi
Tornino a usar la barba,
Per il tempo preterito già usata;
E voglio che si taglino i mustacchi,
Per far all’idol mio tanti pennacchi.
Maimut. Ti bolir che Maometto
(Urchibinachabai) faccia1 vendetta.
Che matto amor! Che novità star questa!
Albumazar. Mi pagherai l’ardir colla tua testa. (sfodra la la sciabla
Maimut. Seialascatocacai...
Albumazar. Ma che rimiro?
Ecco la bella mia che a me sen viene.
Non voglio in questo giorno
Col sangue di costui recarle noia.
Vatti a far ammazzar per man del boia.
- ↑ Nell’ed. Valvasense, molto scorretta, è stampato: fazzia.