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Liberi moriremo") e l’ottimo governo, come fece il Martello. Come mai potè scoprirvi la Marchini-Capasso intenzioni feroci di esecrazione del “tirannico giogo dei governanti” e versi “d’intonazione eroica”? Ma il Goldoni era un suddito veneziano orgoglioso della sua patria, non un giacobino francese; nè questo scherzuccio comico musicale d’infelice fattura si può confondere con la Nave del D’Annunzio.
Della musica del Maccari, maestro romano, nulla ci resta (vol. XXVI, pp. 128-129). La Fondazion di Venezia, edita la prima volta nel 1736 dal Valvasense (v. pag. 35), fu ristampata a Venezia dal Tevernin nel t. III delle Opere Drammatiche Giocose di Polisseno Fegejo P. A., 1753; e poi a Torino nella riproduzione di dette Opere fatta dal? Olzati nel 1757 e nel L XII delle Commedie di C. Goldoni, edite nel 1777 presso Guibert e Orgeas; e di nuovo a Venezia nel t. 36 (t. II della classe IV) dell’edizione Zatta, 1794, dove il Prologo fu separato del tutto e stampato come Introduzione, con questo titolo: La gara tra la Commedia e la Musica. È strano come i continuatori della Drammaturgia di Lione Allacci (Venezia, 1755), dopo di aver ricordata l’ed. Valvasense, aggiunsero: “Questo Dramma fu preceduto da un Prologo in Musica intitolato Le Gare fra la Musica e la Commedia decise dal Genio dell’Adria. Il detto Prologo non fu stampato”. Delle edizioni dell’Ottocento qui non mi curo. Solo per curiosità noto la recita che la compagnia Colacusi fece a Venezia nel teatro di S. Samuele, ai 21 febbraio 1827, di un’opera intitolata: L’origine della fondazione di Venezia.
G. O.