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AZIONE QUARTA.

Arrivano a suono di strumenti giulivi due schifi, da’ quali sbarcano

Adrasto, Lisaura, Oronte, con molti Cavalieri.

Adrasto. Compagni, eccoci al fine

Sulle felici sponde,
Ove alberga la pace ed il riposo;
Qui, scortati da quella
Diva e donna del mar, ch’Adria s’appella,
Lungi dallo furor1 dell’empio Marte,
Vivrem sicuri, in solitaria parte.
Oronte. Oh, come spira più soave e pura
L’aria in sì bel contorno! oh come lieta,
Come umile del mar la placid’onda
E parte, e torna a ribaciar la sponda!
Lisaura. Sian grazie ai Numi eterni,
Posso pur una volta
Amar senza temer; diletto Oronte,
Qui dove in mezzo all’acque
Non penetra l’invidia, ira non giunge,
Potranno i nostri cori
Goder sicuri i fortunati amori.
  Zeffiretto che placido spira,
  A goder le frese’ aure ne invita;
  L’onda stessa il riposo ne addita,
  Dibattendo leggiera nel mar.
  Qui dell’armi lo strepito tace,
  Qui godremo sicura la pace,
  Nè spavento potralla turbar.
Adrasto. Ecco che a noi sen viene
Un che all’incolte vesti
Sembra un di questi abitator felici.

  1. L’ed. Zatta corregge, stampando: Lungi dal rio furor.