Qua la mano, qua la mano;
(ad Ecclitico e Clarice
Vi congiungo, e sposi siete.
State uniti, se potete;
Fra voi altri non gridate,
E al dovere non mancate
Della vostra fedeltà.
Cecco. Orsù, tutto è finito. (s’alza
Son fatti i matrimoni.
Bonafede è contento,
Voi siete soddisfatti.
Ognun vada a goder la sua fortuna,
E bisogno non v’è più d’altra luna.
Ecclitico. Sì, sì, voi dite bene.
Or che siam maritati,
Or ch’è ognuno di noi lieto e giocondo,
Tornar tutti possiamo1 al nostro mondo.
Ernesto. Al mondo ritorniamo,
E grazie a Bonafede noi rendiamo.
Bonafede. Come? che cosa dite?
Intendervi non so.
Cecco. Meglio dunque con voi mi spiegherò.
Bonafede tondo tondo.
Come il cerchio della luna,
Ritornate all’altro mondo
A cercar miglior fortuna.
Ecclitico. E le vostre donne belle
Resteranno qui con noi,
Maritate con tre stelle,
Che son furbe più di voi.
Ernesto. Signor suocero garbato,
Non son stella, qual credete;
Benchè in stella trasformato,
So che voi mi conoscete.
- ↑ Fenzo e Tevernin: potiam.