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538 ATTO TERZO
  Qua la mano, qua la mano; (ad Ecclitico e Clarice

  Vi congiungo, e sposi siete.
  State uniti, se potete;
  Fra voi altri non gridate,
  E al dovere non mancate
  Della vostra fedeltà.
Cecco. Orsù, tutto è finito. (s’alza
Son fatti i matrimoni.
Bonafede è contento,
Voi siete soddisfatti.
Ognun vada a goder la sua fortuna,
E bisogno non v’è più d’altra luna.
Ecclitico. Sì, sì, voi dite bene.
Or che siam maritati,
Or ch’è ognuno di noi lieto e giocondo,
Tornar tutti possiamo1 al nostro mondo.
Ernesto. Al mondo ritorniamo,
E grazie a Bonafede noi rendiamo.
Bonafede. Come? che cosa dite?
Intendervi non so.
Cecco. Meglio dunque con voi mi spiegherò.
  Bonafede tondo tondo.
  Come il cerchio della luna,
  Ritornate all’altro mondo
  A cercar miglior fortuna.
Ecclitico.   E le vostre donne belle
  Resteranno qui con noi,
  Maritate con tre stelle,
  Che son furbe più di voi.
Ernesto.   Signor suocero garbato,
  Non son stella, qual credete;
  Benchè in stella trasformato,
  So che voi mi conoscete.

  1. Fenzo e Tevernin: potiam.