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522 ATTO SECONDO
Bonafede. Sei pazza? Cosa dici

Al nostro imperatore?
Lisetta. Pazzo sarete voi:
Ci conosciamo bene fra di noi.
Cecco. Bella, Cecco non son, ma vostro sono.
Olà, s’innalzi il trono.
Lisetta, vezzosetta e graziosina,
Ti voglio far lunatica regina.
(dalla parte laterale esce un trono per due persone
Bonafede. (Io non vorrei che il nostro imperatore
Mi facesse l’onore
Di rapirmi Lisetta).
Cecco.   E ben, che dite?
Ecco il trono per voi, se l’aggradite.
Lisetta. Il trono? Ohimè, non so;
Sono fra il sì ed il no.
Cotante cose stravaganti io vedo,
Che dubito di tutto, e nulla credo.
Cecco. Eh via, venite in trono,
Se vi piace il mio volto.
Sia Cecco, o non sia Cecco,
Che cosa importa a voi?
Dopo ci aggiusteremo fra di noi.
Lisetta. È questa una ragion che non mi spiace.
Vengo. (s’incammina verso il trono
Bonafede.   Dove, Lisetta?
Lisetta. A ricever le grazie
Del nostro imperatore,
Giacch’egli mi vuol far sì bell’onore.
Bonafede. Come! non ti vergogni?
Non hai timore della sua tristizia?
Lisetta. Eh, qui tutto si fa senza malizia.
Bonafede. Lisetta, bada bene.
Lisetta.   È innocentino
Il nostro imperator, come un bambino.