Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1929, XXVII.djvu/509


IL MONDO DELLA LUNA 501
Ecclitico. Ehi, signor Bonafede, (di dentro

Si puol1 entrar?
Bonafede.   Oh cappari, chi è qui?
Venite, signor sì;
Cos’è sta novità?
Qualche cosa di grande vi sarà.
Ecclitico. Compatite s’io vengo
In quest’ora importuna a disturbarvi:
Un segno d’amicizia io vengo a darvi.
Bonafede. Oh, che buona ventura a me vi guida?
Ecclitico. V’è nissun che ci ascolti?
Bonafede.   No, siam soli.
Parlate pur con libertà.
Ecclitico.   Voi siete
L’unico galantuom ch’io stimo ed amo.
Onde vi vengo a usar per puro affetto
Un atto d’amicizia e di rispetto.
Bonafede. Obbligato vi son. Ma che intendete
Voler dire con ciò?
Ecclitico.   Vengo da voi
Per sempre a licenziarmi.
Bonafede. Oh dei! per sempre?
Ditemi, cosa fu?
Ecclitico. Amico, addio. Non ci vedrem mai più.
Bonafede. Voi mi fate morir. Ma perchè mai?
Ecclitico. Tutto confido a voi. Sappiate, amico,
Che il grande imperatore
Del bel mondo lunar con lui mi vuole.
Io fra pochi momenti
Sarò insensibilmente
Trasportato lassù per mio destino,
E sarò della Luna cittadino.
Bonafede. Come? È vero? Oh gran caso! Oh me infelice,

  1. Zatta: puole.