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494 | ATTO PRIMO |
Ernesto. E come mai?
Ecclitico. Tutto saprete.
Preparate monete;
Preparate di far quel che dirò,
E la parola mia vi manterrò.
Un poco di denaro,
E un poco di giudizio
Vi vuol per quel servizio:
Voi m’intendente già.
Contento voi sarete,
Ma prima riflettete
Che il stolido e l’avaro
Mai nulla ottenirà.
SCENA V.
Ernesto e Cecco.
Esser ricco sfondato.
Ernesto. E a che motivo?
Cecco. Perchè a far il mezzano
Egli non ha difficoltade alcuna;
Ed è questo un mestier che fa fortuna.
Ernesto. Tu dici male; Ecclitico è sagace,
E se in ciò noi compiace.
Il fa perchè Clarice ei spera ed ama1.
Cecco. Ho inteso, ho inteso. Ei brama
Render contenti i desideri suoi,
E vuol far il piacer pagar a noi.
Ernesto. Orsù taci, e rammenta
Chi son io, chi sei tu.
Cecco. Per cent’anni, padron, non parlo più.
- ↑ Così Zatta. Nelle edd. Fenzo, Tevernin, Guibert e Orgeas ecc.: ei spera e l’ama.